giovedì 2 aprile 2009

In-Visibile















Sono tre i piani di interpretazione da cui partire per seguire il percorso della mostra e cogliere l’IN- VISIBILE attraverso l’immagine, che non è figura. Non mera rappresentazione della realtà per come è e appare sulla retina, ma per come essa viene percepita e vissuta.

Il primo, evidente. Il fotografo sceglie oggetti e scene comuni, quotidiane, banali se non sapessero far propria l’arte di farsi simbolo. Se non sapessero trasformarsi in immagini appunto che richiamano vissuti più intimi. “L’artista raccoglie emozioni che vengono da ogni parte: dal cielo, dalla terra, da un pezzo di carta, da una forma che passa, da una tela di ragno. L’essenziale è creare entusiasmo, è soprattutto di entusiasmo che abbiamo bisogno” (P. Picasso).

Il secondo, più latente. Raccontare il rapporto uomo-donna.

L’incontro di una donna o di un uomo, il coraggio di lasciarsi andare, l’attrazione totale, il gioco dei corpi, il contatto fisico che smuove realtà profonde e fa nascere una ricchezza interna che obbliga l’altro ad andare avanti nella ricerca costante del divenire essere umano. Fino alla separazione inevitabilmente dolorosa, aspra e confusa, che però sa lasciare un segno, indelebile. O forse un’apertura.

È l’uomo, fotografo, che racconta e rivive il passato, senza peccare di nebuloso romanticismo, ma con la libertà della rappresentazione.

L’ultimo, consecutivo. La capacità dell’essere umano di metabolizzare il proprio vissuto e vederlo poi dalla giusta distanza. Saper diventare, liberi dall’inganno dei ricordi e della malinconia, spettatori attenti e non passivi della propria storia. Per questo tutte le foto (scatti reflex) sono state poste sopra lo schermo di un computer e fotografate una seconda volta. Non un gioco grafico, ma un vero e proprio doppio scatto. Il fotografo stesso si pone nella doppia prospettiva di autore-spettatore. Come a dire che il passato metabolizzato, non può immobilizzarci, ma essere fedele sottofondo, ricordandoci da dove veniamo e qual è la nostra avventura.

Una ricerca dunque, di ciò che è visibile solo calandosi dentro ai contesti, ai rapporti affettivi, alla realtà umana.

Testo di Lisa Pacchierotti

Foto di Gabriele Sisti


1 commento:

  1. braviiiiiiiiiiiii!!!!!!!!
    bella storia gab... e solita recensione superficiale li...
    mi piace.
    max

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